IL COUNSELLING UN SETTORE IN FORTE ESPANSIONE: LA CRESCITA IN ITALIA RIPARTE DAI PROFESSIONISTI NON ORDINISTICI


...in controtendenza rispetto al calo delle altre componenti occupazionali. Cala invece il reddito reale di ogni italiano che torna indietro di 20 anni ai livelli del 1997 e la dinamica dell’occupazione si muove con tassi assai modesti nell’arco temporale dal che va dal 1960 ad oggi.

L’Italia si colloca al quarto posto nella graduatoria 2015, che comprende la gran parte dei paesi europei e gli Stati Uniti. Il 25% degli occupati italiani sono lavoratori indipendenti, pari a circa 6,2 milioni di persone, quota più che doppia rispetto a quella di Francia, Germania, e Regno Unito e circa quattro volte quella degli Stati Uniti. L’85% della crescita dei professionisti dal 2009 al 2014 è ascrivibile ai cosiddetti non ordinistici (+111 mila unità) il 49% in più rispetto al 2008 (Tavola 5) link. Il 99% di questi lavora nel settore dei servizi e il comparto che registra il maggior incremento è proprio quello della sezione Q ATECO, che fa riferimento alle attività di assistenza sociale non residenziale, il settore nel quale rientra il Counselling (Tavola 10).

Ancora più interessante è il dato relativo al reddito, tra le varie tipologie di professionisti non ordinistici il primato per i guadagni più alti spetta ai Consulenti Aziendali o d’Impresa (oltre 24.000€ euro di reddito pro-capite). Certamente emergono anche criticità: il reddito pro-capite dei professionisti non ordinistici è ancora basso, poiché nel 2014 è stato pari a poco più di 16.600€, circa un terzo rispetto a quello dei colleghi autonomi iscritti agli ordini (Tavola 7). Su questo dato hanno pesato proprio l’incremento del settore appena descritto, favorito anche dalla legge 4/2013 sulle professioni non ordinistiche. La numerosità occupazionale ha inoltre determinato un aumento della pressione concorrenziale in un mercato privo di barriere in entrate e in uscita. Tutto ciò si è tradotto in una contrazione dal lato dei redditi individuali (Fonte: Confcommercio).

Il CNCP osserva che la legge 4/2013 indica le associazioni di categoria, come enti di regolazione e organizzazione professionale, soprattutto per la definizione degli standard di formazione permanente a tutela sia dei consumatori-clienti sia dei professionisti. Appare evidente che in un libero mercato in continua evoluzione è determinante per il professionista aggiornare e rendere vive in modo costante competenze, esperienza e abilità. Da qui il costante investimento in formazione permanente ad alto standard qualitativo che il CNCP – Coordinamento Nazionale dei Counsellor Professionisti eroga tra i suoi servizi ai professionisti.

Questo percorso è iniziato anni fa e sarà la principale sfida per il futuro della professione: assicurare a clienti e professionisti CNCP prestazioni di qualità misurabile e tracciabile, nel rispetto dei principi più avanzati di etica e deontologia, in piena trasparenza verso i clienti. Infatti il CNCP lavora non solo per uniformare ed elevare gli standard qualitativi dei programmi di formazione in counselling ma anche della formazione permanente post qualifica, fondamentale per il consolidamento e la diffusione della professione. 

[Fonte: Confcommercio]


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