Messaggio istituzionale


Siano consapevoli che alcune specificità legate al concetto di Servizio di cui il prof. Llanos ci ha parlato non racchiudono la globalità del nostro mondo del counselling ma ne rappresentano una parte fondante. Il raduno del CNCP in questa università ci onora grandemente. Siete voi un onore per noi. E vi ringraziamo grandemente.
Il lavoro di ognuno di voi Counsellor è espressione di altruismo, di generazione di benessere, di soluzioni trovate con lungo dialogo e condivisione.
Penso che la nostra funzione di aiuto al prossimo è qualcosa di meraviglioso. Infatti ciò che facciamo solo per noi stessi finisce con noi. Ma ciò che facciamo per gli altri e per il mondo rimane nei loro cuori ed è fonte di memoria sanante e potenza di vita nuova.
Ognuno di noi è una persona d’aiuto e qui al CNCP si impara che le persone possono dimenticare ciò noi diciamo ma non dimenticheranno mai ciò che abbiamo fatto per loro e soprattutto non dimenticheranno mai come li abbiamo fatti sentire. La nostra missione esistenziale ci fa diventare una schiera di “angeli custodi” perché ci interessiamo degli altri prima di interessarci di noi stessi. Sono convito che dopo il verbo amare, il verbo aiutare è il più bello del mondo. L’aiuto all’interno di una relazione diventa un bene relazionale che supera la vicinanza di ognuno donando qualcosa di grande che resta, la vita che si consolida, la speranza che si riattiva, la gioia che vince il dolore, la sicurezza che spunta timidamente fino a diventare sorriso permanente.
Il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia le nostro cuore.
È così abbiamo una perfetta sintesi del ruolo del Counsellor.
Tagore diceva sognai e vidi che la vita è gioia, mi destai e vidi che la vita è servizio. Servii e vidi che nel servire c’è gioia.
Ed è vero che il nostro servizio è fonte di gioia. 
Vi auguro quindi per concludere questo saluto di essere sempre persone mature. La maturità arriva quando la preoccupazione per gli altri, soprattutto se non possono ricambiarci, è più grande della preoccupazione per noi stessi. Vi auguro di essere persone calamita e non persone calamità. 
Vi auguro di essere persone immuni contro il bisognafarismo, che è l’espressione del Papa Francesco per indicare la malattia di quelli che se la cantano dicendo “bisognerebbe fare”, ma restano nella loro passività senza passare mai all’azione. 
Vi auguro di essere persone che per se stessi ragionano e pensano ma per gli altri aggiungono il cuore. Fanno ogni cosa di cuore.
Vi auguro di fare ogni giorno qualcosa di buono per qualcuno, la buona azione dei boy helper delle girl helper, quelli che sanno affrontare, essere attenti, consolare, perdonare, accompagnare, abbracciare.
I Counsellor di cuore.
Così sicuramente la nostra felicità sarà nel bene fatto e nella gioia diffusa, nelle lagrime asciugate e nel sorriso fatto fiorire.
E il nostro mondo sarà, crediamolo veramente, sarà molto diverso.


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